Lo sapevo che sarebbe successo. A quelli in carrozzina non bastava avere la loro avere il logo stampato su tutti i cessi degli autogrill, non bastava lo stemma su tutti i parcheggi gialli. Questi vogliono sempre di più. Ed eccolo è arrivato pure il personaggio Lego in carrozzina.
Certo, lo so cosa stai per dire: “E’ un segno di progresso.” Mi sembra quasi di vederlo il tuo sguardo rivoluzionario puntato verso l’orizzonte che pensi: ”Adesso anche i bambini in carrozzella si sentiranno rappresentati”. Come se non fossero già ovunque.
Quante volte noi con le stampelle davanti a un bagno pubblico restiamo fermi, immobili, cercando l’icona che ci rappresenta di più: omino in piedi o carrozzina. Una volta sono entrato nella pizzeria vicino casa armato di vernice nera. Volevo dipingere due stampelle all’omino in piedi. Ma appena il tempo di dipingere una stanghetta nera all’altezza del braccio sinistro che sento la voce del proprietario urlare:
“che cazzo fai!”
Avrei voluto spiegargli che non potevo fare diversamente: le stampelle non le potevo fare mica all’omino in carrozzella, quello le braccia non le ha proprio. Ma mi ha buttato fuori senza parlare.
Come sarebbe a dire non c’entra niente? Sì come no, questo nuovo gioco aiuterà l’integrazione, dici che i bambini si sentiranno più rappresentati
Certo, me l’immagino un gruppo di bambini seduti a giocare con i lego:
-Io, gioco col camion dei pompieri, voglio fare il pompiere da grande.
-Io, costruisco villette a schiera, voglio fare il costruttore da grande
E il ragazzino in handicappato:
-Io invece voglio…
Non lo fanno nemmeno di finire che gli schiaffano davanti il pupazzo
-Tu gioca con questo che ti rappresenta…
Quando ero piccolo io andavano di moda gli X-MEN e quando giocavo con i miei compagni dovevo fare sempre il Professor X.
Come chi è? Quello in carrozzina.
Provavo anche a dire:
-Ma io voglio fare wolverin
A occhi spalancati mi sentivo rispondere:
-Ma come non vuoi fare il capo?
E così giocando sulla mia vanita, mi vedevano vacillare.
-Hai pure i poteri mentali
-E cioè che devo fare?
-Chiudi gli occhi, Concentrati, sforzati e leggici i pensieri.
E così mentre loro giocavano, io con le due dita puntate sulle tempie e gli occhi chiusi, mi concentravo e mi sforzavo. Mi sforzavo e mi concentravo. Pensieri non ne ho mai letti, ma mi concentravo talmente tanto che più di una volta ho rischiato di farmela sotto.
Ok ammettiamo che tu abbia ragione. Ammettiamo che grazie a : Che può fare? Che gaget ha?
Come sarebbe a dire che ha il cane guida… a questo punto potevano mettergli pure il cornetto acustico.
Ma si è mai visto un disabile con il cane giuda? Caso mai con la badante moldava. Ecco potevano venderlo insieme alla badante moldava. Così anche le bambine dell’Europa potevano sentirsi rappresentate.
No guarda, non lo so proprio se un pupazzo potrebbe farmi sentire rappresentato, ma nel dubbio, torno nella pizzeria sotto casa e vado a dipingere anche la stampella desta all’omino del bagno.
Realizzato durante il corso Scrivere e fare Radio Della scuola Genius il 18/ Dicembre 2019